Care lettrici benvenute a questo primo appuntamento del mese di Febbraio. La primavera รจ ormai alle porte e si speri arrivi presto a riscaldarci e a farci sorridere fra i mille colori splendenti delle nuove fioriture. E a proposito di fiori questa rubrica sarร interamente dedicata al fiore di Loto.
I fiori di Loto sono piante acquatiche con una florescenza dai
colori delicati e tenui; sono simbolo di eleganza e leggiadria per la loro particolaritร di adagiarsi
impercettibilmente sullo specchio d’acqua, sono
il simbolo di bellezza per eccellenza e la loro meravigliosa presenza si
adatta ad ornamenti di ogni tipo, dalle acque dei laghi (nei giardini zen) agli
arredi interni delle nostre case, fino ad essere il simbolo della magnificenza
(come per esempio nell’antico Egitto dove il fiore di Loto simboleggiava la
maestositร e la grandezza del faraone).
La nostra particolare attenzione perรฒ ricadrร sul significato che
questo fiore ha nelle culture orientali soprattutto buddiste (si tenga presente
che Buddha siede proprio su un trono a forma di fiore di Loto).
Per questo motivo la pianta assume un significato spirituale e religioso
e diventa perciรฒ simbolo dell’illuminazione e della rigenerazione spirituale. La
tradizione asiatica, piรน in generale, attribuisce altri significati quali la
crescita spirituale, la resurrezione, la
consapevolezza della propria forza e la capacitร di resistere alla
“corruzione”(spirituale e materiale) del
mondo: le sue radici ben ancorate alla palude rappresentano proprio
l’incorruttibilitร di uno spirito puro, mentre lo stelo cosรฌ lungo che si erge
fino alla superficie rappresenta il dono dell’elevazione spirituale e della
capacitร di saper affrontare, con coraggio e coscienza, le difficoltร terrene
rappresentante dal fango dove la pianta vive; infine la particolaritร dei
petali, che si chiudono la sera per
riaprirsi la mattina, rappresenta la capacitร di rigenerarsi. Che dire di piรน dinanzi a questo spettacolo della natura?
Come ben sapete, care lettrici, la mia rubrica approfondisce
sempre molti dei significati latenti. ร per questo infatti che lasciamo la
premessa, per cosรฌ dire, “botanica” per immergerci in quella che viene
considerata (almeno fino al 1911, anno in cui รจ stata bandita dal governo
cinese) una delle consuetudini piรน diffuse tra le donne nelle culture orientali,
in particolar modo in Cina: la fasciatura dei piedi.
Imposta alle bambine tra i quattro e i cinque anni di etร questa
pratica prevedeva una bendatura ben
stretta che costringeva tutte le dita, tranne l’ alluce, a piegarsi verso la
pianta del piede arcuandolo fino alla lunghezza di non piรน di sette-otto centimetri. I piedi
venivano poi chiusi all'interno di scarpine ricamate, deliziose esternamente ma
molto resistenti.
Diffusasi in Cina tra il Quarto e il Settimo secolo, soprattutto
fra le danzatrici e le concubine imperiali, la pratica i piedini cosรฌ piccini
divennero il simbolo di bellezza ed eleganza femminile. Non solo. La pratica
della fasciatura dei piedi era talmente dolorosa che impediva alle donne di
camminare relegandole sempre piรน all'interno dell’ emisfero privato: la
menomazione degli arti limitava i movimenti delle donne tanto da comportare la
loro assenza totale negli ambienti
pubblici, considerati prerogativa degli uomini. La follia di questa usanza
trovava terreno fertile nei canoni erotici del tempo: gli uomini preferivano
contemplare i piedi di loto con ancora indosso le piccole scarpe ricamate,
senza mai volerli vedere privati delle loro bendature, volevano vedere le donne
muoversi con un’andatura particolare considerata elegante e attraente.
I piccoli fiori di Loto crescevano solo nelle famiglie ricche,
erano lo status delle ragazze di buona famiglia e con una dote importante, era
il simbolo di una Cina ricca in cui i matrimoni combinati dalle famiglie piรน
abbienti determinavano la prosperitร del popolo. Salve da questa barbarie erano
le bambine cinesi piรน povere costrette a lavorare fin dai primi anni d’etร per
il sostentamento della famiglia: meglio lavorare che deformare i piedi.
Il vento della svolta soffio agli inizi del Novecento con la diffusione
degli ideali occidentali: i valori tradizionali furono messi in discussione e
la fasciatura dei piedi, da simbolo di bellezza e ricchezza divenne il segno
dell’inconfutabile arretratezza dell’impero cinese. La nuova societร contribuรฌ
alla diffusione dell’idea che la donna dovesse assumere un ruolo centrale per
il progresso del Paese.
Nonostante nel 1911, dopo la fondazione della Repubblica di Cina,
la fasciatura dei piedi diventรฒ illegale, questa usanza rimase diffusa ancora a
lungo, soprattutto nelle aree rurali almeno fino alla metร del secolo. Fu
soltanto nel 1949, con la nascita della Repubblica Popolare
Cinese, che la pratica si estinse del tutto: le donne dovevano lavorare e
non potevano permettersi di avere i piedi fasciati.
Giustificata sotto il segno della bellezza, la fasciatura dei
piedi era un modo per impedire alla donna di assumere un qualsiasi ruolo nella
societร cinese, era uno strumento di controllo e di sopraffazione dell’uomo sulla donna al fine di sottolineare,
e sempre ricordare, la superioritร del genere maschile su quello femminile. Per
fortuna, nonostante ci siano ancora delle “nonnine” coi piedini piccoli
piccoli, questa pratica รจ scomparsa lasciandosi dietro secoli di dolore ,
sofferenze e reclusioni, anni di perdita dell’ identitร femminile e di
autodeterminazione.
Oggi possiamo guardare alla Cina, almeno per quanto riguarda
questo aspetto, con occhi piรน sereni e fiduciosi.
Miriam
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