Care amiche
lettrici avete letto anche voi della
notizia che circola giĆ da un bel po’ nelle maggiori testate giornalistiche? Lo hanno definito uno "sciopero delle
donne" una giornata di vera lotta per la dignitĆ delle donne, in risposta
alla prassi ormai da troppo tempo reiterata che la vuole una festa puramente
celebrativa, piena di mimose, fiori, cioccolatini, feste organizzate, serate “only girls”. DignitĆ , quella che vuol
dire prima di tutto stop alle discriminazioni sul lavoro e, dunque, paritĆ
salariale, stop alla violenza di genere e al sessismo.
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fonte: www.coltivia.com |
Uno "sciopero
globale" di 40 Paesi del mondo in cui ogni donna singolarmente, ma anche
ogni categoria professionale e sindacale deciderĆ in che modo esprimersi: c'ĆØ
chi si asterrĆ dal lavoro (in Italia la Cgil della scuola e della funzione
pubblica), c'ĆØ chi farĆ assemblee nei propri luoghi di lavoro, chi parteciperĆ
a cortei o flash mob, chi farĆ conferenze e chi letture in piazza.
Spesso e in generale questo mese ĆØ
l’occasione per molte associazioni di organizzare numerose iniziative a favore
delle donne per sensibilizzare la comunitĆ alle pari opportunitĆ per il genere
femminile.
Intanto ĆØ bene precisare la falsitĆ della
voce in merito all’origine di tale festa: non ĆØ la memoria delle 129 operaie
dell’industria tessile Cotton di New York morte nel 1908 le quali diedero avvio
a giorni di sciopero in segno di protesta contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare sotto l’occhio
severo e intransigente di Mr. Johnson, il proprietario dell'industria, accusato
di aver bloccato le porte e rinchiuso le donne all’interno, morte in seguito ad
un incendio appiccato dalle stesse.
di
questa notizia non c’ĆØ traccia cosƬ come ĆØ inesistente la fabbrica “Cotton” confusa
sicuramente con la “Triangle Waist Company” andata a fuoco il 25 marzo
del 1911.
L’istituzione
della “Giornata Internazionale della donna” ĆØ la rivendicazione di tutti i diritti negati o limitati alle donne, ĆØ il
riconoscimento della paritĆ tra donne e uomo in ogni aspetto della vita sociale
ed economica , ĆØ la libertĆ di espressione contro il “dominio maschile”, ĆØ la
scelta di accedere a diverse opportunitĆ (lavoro, studio,sport, per esempio), ĆØ
la lotta continua al raggiungimento di traguardi.
La
“Giornata Internazionale della donna” ha tanti “perchĆ©”, non ha un unico
riferimento storico preciso ma ĆØ il simbolo di un percorso di conquiste e
traguardi raggiunti e ancora da raggiungere.
Purtroppo
la parola latina domina, da domus (“casa”) ha modificato traslato un
po’ il suo significato: da “signora, padrona della casa”, a donna quale “angelo
del focolare domestico” e a figura di trasmissione di modelli educativi per i
figli. non ĆØ stato difficile da questo dare vita ad un pregiudizio culturale
secondo il quale la donna non ĆØ in grado di svolgere le stesse mansioni
dell’uomo e che il suo “posto” sia solo in casa a svolgere le faccende
domestiche in qualitĆ di essere inferiore e “sesso debole”.
una
cosa ĆØ certa, care amiche lettrici, non esistono differenze biologiche che
determinano delle differenze cognitive tra uomo e donna, non esistono
spiegazioni scientifiche o prove genetiche che confermino la superioritĆ dell’uomo
sulla donna, non esistono teorie che sentenziano
l’ incapacitĆ di una donna nello svolgere compiti o azioni solitamente relegate
all’universo maschile. E’ bene
riflettere sulla realtà , unica e sola, secondo la quale ogni uomo così come
ogni donna sono ESSERI UMANI e hanno pari dignitĆ e diritti; PARITA’ non significa mera equivalenza, bensƬ
valorizzazione delle pari opportunitĆ di cui ciascun essere umano dovrebbe aver
diritto.
Le pari opportunitĆ come definite dalla
normativa europea indicano l’assenza di ostacoli alla partecipazione economica,
politica e sociale di qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere,
religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilitĆ , etĆ e
orientamento sessuale.
Sebbene le disparitĆ siano tuttora
presenti, negli ultimi decenni l'UE ha compiuto notevoli passi avanti verso
l'uguaglianza fra i sessi, grazie in particolare alla legislazione varata in
questo campo, all'inserimento della tematica della paritĆ nelle varie politiche
dell'UE e all'adozione di misure specifiche per l'emancipazione femminile. Alla
paritĆ tra uomo e donna ĆØ dedicato un ampio corpus legislativo europeo,
composto in particolare da diverse disposizioni e da direttive riguardanti
l'accesso all'occupazione, la paritĆ retributiva, la protezione della
maternitĆ , il congedo parentale, la sicurezza sociale, specie in ambito
lavorativo, l'onere della prova nei casi di discriminazione e il lavoro
autonomo.
Tuttavia resta invariato il dato che
molte donne hanno la percezione di essere svantaggiate in quanto donne,
soprattutto in ambito lavorativo e anche familiare, in quanto si reputano meno
libere, poiché devono conciliare più cose contemporaneamente, come la gestione
della casa, dei figli e del lavoro e questo riduce il tempo investito per se
stesse, mentre gli uomini affermano che i vantaggi dell’essere donna sono
rappresentati dalla possibilitĆ di vivere l’esperienza della gravidanza, di
trascorrere maggior tempo con i figli e di avere più tutele legali.
E con quest’ultima frase che può suonare
come una provocazione vi invito, care amiche lettrice, a riflettere sull’importanza
di questo giorno e come suona un vecchio adagio a non festeggiare solo oggi, ma
tutti i giorni.
Miriam
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